STRUTTURA E TRAMA
STRUTTURA
L’opera di Gioacchino Rossini ha la struttura dell’opera buffa di inizio Ottocento: si apre con un’ouverture strumentale e si divide in due atti. I personaggi sono divisi nelle varie vocalità in questo modo:
Il Conte d’Almaviva – Tenore
Bartolo – Basso
Rosina – Contralto o Soprano
Figaro – Baritono
Basilio – Basso
Berta – Soprano
Fiorello – Basso
Ai personaggi principali (Conte, Rosina, Figaro, Bartolo, Basilio) sono scritte arie singole/cavatine, duetti, terzetti, pezzi d’assieme secondo la scrittura buffa rossiniana: agilità, crescendo rossiniano, sillabati, ecc. I pezzi chiusi sono separati dai recitativi secchiaccompagnati dal clavicembalo ed alla fine degli atti sono presenti due grandi scene (concertati) dove cantano tutti i personaggi con il coro.
TRAMA
ATTO I
Siamo a Siviglia, nella Spagna del XVIII secolo. Il Conte d’Almaviva è innamorato di Rosina, che abita nella casa del suo anziano tutore Don Bartolo, a sua volta segretamente intenzionato a sposarla. Nella notte, sotto al balcone di Rosina, con l’aiuto del suo servo e di alcuni musicisti dedica una serenata alla sua amata (Ecco ridente in cielo). Intanto arriva Figaro e si presenta con la sua cavatina (Largo al factotum). Il conte chiede a Figaro di aiutarlo a conquistare il cuore della ragazza, alla quale ha dichiarato il suo amore dicendo d’esser Lindoro, un servo del Conte D’Almaviva. Figaro onsiglia al conte di assumere un’altra identità fingendosi un giovane ufficiale, e di presentarsi in casa di Don Bartolo, così da poter parlare con Rosina. Intanto Don Basilio, il maestro di musica della ragazza, sa della presenza del Conte d’Almaviva a Siviglia e suggerisce a Don Bartolo di calunniarlo per sminuirne la figura (La calunnia è un venticello), ma Don Bartolo vuole accelerare i tempi e si prepara a scrivere l’atto di nozze tra lui e Rosina. Figaro, che ha inteso tutto, lo comunica alla ragazza e la esorta a scrivere un biglietto a Lindoro; ma Rosina lo ha già scritto e lo consegna al barbiere, affinché questi lo consegni a Lindoro (duetto Dunque io son). Più tardi Don Bartolo, accorgendosi che Rosina ha scritto un biglietto, la rimprovera. Secondo i piani, il Conte d’Almaviva irrompe nella casa di Don Bartolo travestito da soldato ubriaco, ma crea una tale confusione da provocare l’intervento dei gendarmi; quando però il conte si fa riconoscere dall’ufficiale, i soldati si mettono sull’attenti, lasciando Don Bartolo esterrefatto (Guarda don Bartolo).
ATTO II
Don Bartolo comincia a nutrire sospetti sulla vera identità del giovane ufficiale. Giunge il sedicente maestro di musica Don Alonso (in realtà sempre il conte, questa volta sotto le mentite spoglie di un maestro di musica), affermando di essere stato inviato da Don Basilio, rimasto a casa febbricitante, per sostituirlo nella lezione di canto a Rosina. Per guadagnare la fiducia del tutore, il finto Don Alonso gli mostra il biglietto che Rosina gli aveva mandato. Intanto giunge Figaro con il compito di fare la barba al padrone di casa. Arriva anche Don Basilio, e il suo arrivo genera la confusione più totale, ma qualche danaro da parte del conte lo fa allontanare. Ma ciò rende Don Bartolo sospettoso e, seppur Figaro faccia di tutto per distrarlo, questi, udendo parte del dialogo tra Rosina e il suo innamorato, caccia di casa Figaro e il conte. Don Bartolo mette in pratica il consiglio di Don Basilio (la calunnia) e fa credere a Rosina che Lindoro non sia altro che un emissario del conte che voglia prendersi gioco di lei; la fanciulla, amareggiata, acconsente alle nozze con il suo tutore, che prontamente fa chiamare il notaio. In quel momento arriva anche Don Basilio, mentre con una scala Figaro e il conte entrano in casa dalla finestra e raggiungono Rosina. Finalmente il conte rivela la propria identità, per chiarire la situazione e convincere la fanciulla della sincerità del suo. Don Bartolo ha però fatto rimuovere la scala e i tre complici si trovano senza via di fuga (terzetto Zitti zitti piano piano). Sopraggiunge allora il notaio, chiamato a redigere il contratto delle nozze tra Don Bartolo e Rosina. Approfittando dell’assenza temporanea del tutore, il conte chiede a Figaro e a Don Basilio (previa congrua ricompensa) di fare da testimoni e inserire nel contratto il nome suo al posto di quello di Don Bartolo. Giunto troppo tardi, a quest’ultimo resta la magra consolazione di aver risparmiato la dote per Rosina, che il Conte d’Almaviva rifiuta. Gli amanti coronano dunque il loro sogno e tutti insieme cantano il concertato finale (Amor e fede eterna).