NOTE DI SALA
Spesso il recital di Pianoforte è un piccolo excursus storico sullo sconfinato repertorio pianistico.
Il primo brano è legato al nome di Bach. J. S. Bach ha dedicato la sua vita alle tastiere, scrivendo per esse opere di enorme importanza tecnica, formale e speculativa come ad esempio i due volumi del Clavicembalo ben temperato, le Variazioni Goldberg ecc. Anche se Bach pensò queste composizioni per il più antico Clavicembalo, la sua scrittura è talmente affascinante e stimolante da interessare compositori lontani cronologicamente, come Ferruccio Busoni (1866 – 1924). Nato ad Empoli alla fine dell’Ottocento, questo curioso pianista virtuoso di fine Ottocento, nostalgico dell’estetica classica musicale, ha dedicato a Bach numerose composizioni: le famose trascrizioni Bach-Busoni.
La Ciaccona in Re min. BWV 1004 di J.S. Bach nasce come opera per violino, ma la sua bellezza ha sempre sedotto i compositori romantici ispirando alcuni riadattamenti della stessa per Pianoforte, come ad esempio la famosa trascrizione di Brahms. Ma a differenza di Brahms, la trascrizione di Busoni del 1893 toglie tutti i caratteri originali della scrittura violinistica e la trasforma in una intricata scrittura organistica, tramutandosi non in un traditore ma in un co-creatore In signor Joannis Sebastiani Magni (come avvolte amava scrivere nelle sue trascrizioni bachiane).
Proseguiamo con la sonata classica di Wolfgang Amadeus Mozart. Sicuramente con Mozart la scrittura per tastiera subisce un’importante evoluzione. La Sonata n. 14 in Do minore K 457 è una composizione drammatica. Scritta nell’ Ottobre 1784 dopo una faticosa stagione piena di concerti, esprime ansia creativa, dolorosa e profonda. Nei classici tre movimenti propri dello stile classico (Molto Allegro – Adagio – Allegro Assai), possiamo notare una scrittura piena di contrasti, una
dialettica drammatica incorniciata nella pura forma della sonata classica.
La seconda parte del concerto è dedicata invece ai due grandi maestri del Pianoforte romantico: Franz Liszt e Robert Schumann.
La Ballata n. 2 in Si minore di Liszt è composta nel 1853 durante il lungo periodo di Weimar, dedicato al raccoglimento e lavoro. La ballata romantica è una composizione adorata dai musicisti ottocenteschi: la sua natura narrante porta la musica a creare atmosfere magiche che possono rimandare a lavori letterari precisi o no.
La Sonata per Pianoforte n. 2 in Sol minore è una delle tre uniche sonate di Robert Schumann: un’opera che ha conosciuto una travagliata gestazione di cinque anni, tra il 1833 ed il 1838. L’opera è divisa in quattro movimenti: il primo e l’ultimo dalla scrittura energica e funambolica in contrasto con i due tempi centrali più semplici e brevi. L’opera dimostra il particolare rapporto di Schumann con la sonata pianistica: la ricerca del virtuosismo romantico accoppiata ad un nostalgico ritorno della forma sonata-classica.
Musicologo – Davide Bartolucci